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Sommario: 1. Lo stato dell’arte nell’attuazione dell’autonomia differenziata. – 1.1. Le norme per l’accelerazione nell’attuazione. – 1.2. L’anfibologia dei LEP che non ci si aspettava? – 2. I difetti maggiori nelle norme cornice dell’attuazione concreta dell’autonomia differenziata. – 3. Cinque problemi puntuali. – 4. Sintetiche riflessioni sulla leggerezza dell’Italia dell’ultimo quarto di secolo quando si tratti di scelte cruciali.
1. Lo stato dell’arte nell’attuazione dell’autonomia differenziata
L’attuazione dell’autonomia differenziata di cui al terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione, come revisionata nel 2001, ha una storia travagliata. È da oltre un ventennio che si susseguono tentativi in tal senso sino a questo punto non giunti a compimento. Tralasciando il primo più inconcludente, nel secondo decennio si registra l’approvazione di versioni preliminari di Accordi con la Lombardia, il Veneto e l’Emilia-Romagna. Siamo nel 2018. Quel processo avviato dal governo Gentiloni, proseguito dai governi Conte I e II, si è interrotto con la pandemia nel 20201. La diciannovesima Legislatura, nella quale si è formata una maggioranza di centro destra con al suo interno un ruolo determinante della Lega, segna un
momento di nuova accelerazione dell’attuazione della autonomia differenziata per le regioni a statuto ordinario (ma come si vedrà non solo)2.