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Abstract
Tra le novità che hanno caratterizzato il nuovo codice dei contratti pubblici, un posto di sicuro rilievo va riservato alle prime disposizioni contenenti una più puntuale definizione dei principi che regolano la materia, tra i quali quello della c.d. auto-organizzazione, così come codificato dall’art. 7, D.lgs n. 36/2023. L’obiettivo del presente studio è quello di verificare attraverso quali modalità detto principio è stato ribadito nel nostro ordinamento rispetto al contenuto della direttiva 2014/23/UE, intervenendo ancora una volta sull’istituto degli affidamenti diretti e cercando di rinvenire un tratto comune nell’ambito delle differenti fonti normative che continuano a regolare tale materia, in particolare il recente D.lgs. n. 201/2022 richiamato espressamente dalla novella. L’analisi condotta in questa prospettiva, anche attraverso l’esame delle interpretazioni fornite dalla giurisprudenza interna ed europea, si sofferma inoltre sugli adempimenti che la stazione appaltante è tenuta ad osservare, con inevitabile restrizione dei margini di discrezionalità che residuano in capo alle amministrazioni nell’assumere le proprie determinazioni non più inquadrabili come decisioni di natura prevalentemente politica. La ricerca, si conclude con l’illustrazione delle deroghe alla regola dell’evidenza pubblica, laddove l’oggetto del contratto sia frutto della cooperazione fra più amministrazioni, alle condizioni indicate nell’ultimo comma dell’art. 7 qui preso in considerazione.

The principle of administrative self-organisation under the new public procurement code

Among the novelties that characterized the new public contracts code, a place of certain prominence must be reserved for the first provisions containing a more precise definition of the principles governing the matter, including that of so-called self-organization, as codified in Article 7, Legislative Decree n. 36/2023. The purpose of this study is to verify the ways in which this principle has been reaffirmed in our legal system with respect to the content of Directive 2014/23/EU, once again intervening on the institution of direct awarding and attempting to find a common trait in the context of the different regulatory sources that continue to regulate this matter, in particular the recent Legislative Decree n. 201/2022 expressly referred to by the reform. The analysis conducted in this perspective, also through the interpretations provided by national and European case law, also focuses on the obligations that the contracting authority is required to observe, with an inevitable restriction of the margins of discretionary power that remain with the administrations in taking their own decisions that can no longer be framed as decisions of a predominantly political nature. The research concludes by illustrating the exceptions to the rule of public procurement where the subject matter of the contract is the result of cooperation between several administrations, under the conditions indicated in the last paragraph of Art. 7 considered here.