Abstract
Il saggio affronta il tema del ruolo assunto dalla BCE nello svolgimento della politica monetaria che ha evidenziato non poche criticità sul piano della tensione tra tecnica e politica. Dopo aver ripercorso sinteticamente la nascita dell’Unione monetaria sin dall’idea del rapporto Verner del 1970 di creare una moneta unica e di conseguenza una Unione monetaria poi messa da canto per poi essere ripresa dall’allora Presidente della Commissione J. Delors che nel suo Rapporto (1989) tracciò le fasi in cui si sarebbe dovuta realizzare l’unione monetaria, il lavoro si focalizza sul ruolo assai complesso della BCE. L’indipendenza della BCE (art. 130 TFUE) viene analizzata all’interno del principio dell’indipendenza delle banche centrali nazionali e della compatibilità con il principio democratico che può trovare un primo componimento nella separazione tra autonomia nella individuazione dei fini e autonomia nella scelta dei mezzi con cui perseguirli. In questo senso almeno formalmente la BCE supera il test di compatibilità in quanto l’obiettivo del suo mandato viene individuato dalla fonte primaria sovranazionale nel mantenimento della stabilità dei prezzi escludendo a contrario altri obiettivi quali il sostegno all’occupazione o misure volte al superamento delle asimmetrie economiche tra gli Stati dell’Eurozona. Infine la parte centrale dello scritto si occupa dell’enlargement of functions della BCE, quale “custode della costituzione economica europea” che per fronteggiare la crisi finanziaria iniziata nel 2008 ha posto in essere e, in alcuni casi solo annunciato, operazioni non convenzionali (OMT, Q.E. solo per esemplificare) che hanno forzato l’equilibrio tra tecnica e politica e hanno riproposto con forza il problema della legittimazione democratica di un organo indipendente dal potere esecutivo e dal potere legislativo. Da qui un “dialogo fra giurisdizioni”(Tribunale costituzionale tedesco e Corte di giustizia dell’UE) segnato da importanti decisioni che hanno, fra le altre cose, evidenziato quanto sia difficile tracciare con il bisturi la linea di demarcazione tra politica monetaria (rimessa all’UE) e politica economica (rimessa agli Stati membri), ma anche quanto sia complesso affrontare il problema dei confini del sindacato giurisdizionale della CGUE di fronte ad atti caratterizzati da un alto tasso di tecnicismo. I temi che sono venuti in rilievo sono di grande spessore teorico e tutt’ora al centro di un intenso dibattito per cui possono solo essere avanzate delle ipotesi di studio come il possibile utilizzo della categoria della c.d. discrezionalità tecnica per cercare di affrontare il problema relativo al sindacato della CGUE dinanzi a materie squisitamente tecniche o mettere a punto strumenti di trasparenza e accountability della politica monetaria della BCE per cercare di arginare la mancanza di legittimazione democratica fermo restando il principio della sua indipendenza ed autonomia. Infine qualche accenno alle misure adottate durante l’emergenza pandemica.
The role of the ECB in the complex balance between technology and politics
The essay deals with the issue of the role assumed by the ECB in carrying out monetary policy which has highlighted many critical issues in terms of the tension between technology and politics. After briefly tracing the birth of the Monetary Union, beginning from the idea of the Verner report of 1970 to create a single currency and, eventually, a Monetary Union which was put aside and then afterwards resumed by the then President of the Commission J. Delors, who in his Report (1989) wrote about the phases in which monetary union should have been achieved, the work focuses on the very complex role of the ECB. The independence of the ECB (Article 130 TFEU) is analyzed within the principle of the independence of national central banks and compatibility with the democratic principle which can find a first composition in the separation between autonomy in identifying purposes and autonomy in choice of the means by which to pursue them. In this sense, at least formally, the ECB passes the compatibility test as the objective of its mandate is identified by the primary supranational source in maintaining price stability while excluding other objectives such as employment support or measures aimed at overcoming asymmetries between the eurozone states. Finally, the central part of the report deals with the “ enlargement of functions “of the ECB, as “ guardian of the European economic constitution “which in order to face the financial crisis that began in 2008 has put in place and, in some cases only announced , unconventional operations (OMT, QE just to exemplify) that have forced the balance between technology and politics and have forcefully re-proposed the problem of the democratic legitimacy of a body independent of the executive and legislative powers. Hence a “ dialogue between jurisdictions “(German Constitutional Tribunal and EU Court of Justice) marked by important decisions that have, among other things, highlighted how difficult it is to draw the dividing line between monetary policy with a scalpel ( remittance to the EU) and economic policy (remittance to the Member States), but also how complex it is to tackle the problem of the boundaries of the judicial review of the CJEU in the face of acts characterized by a high rate of technicality. The issues that have come to the fore are of great theoretical depth and still at the center of an intense debate for which study hypotheses such as the possible use of the category of the so-called technical discretion to try to tackle the problem related to the CJEU’s trade union in purely technical matters or to develop instruments of transparency and accountability of the ECB’s monetary policy to try to stem the lack of democratic legitimacy without prejudice to the principle of its independence and autonomy . Finally, some hints to the measures taken during the pandemic emergency.