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Abstract
Il contributo compie una riflessione sulla revoca, analizzandone gli aspetti che ne connotano la qualificazione come potere di amministrazione attiva più che di autotutela. Dall’esegesi del dato normativo e della giurisprudenza emerge infatti che essa – sia per i presupposti d’adozione del relativo provvedimento, sia per gli effetti da esso promananti – sviluppa caratteri che poco hanno a che vedere con la giustizialità e che, al contrario, l’avvicinano alla pura administratio. Ciò consente di affermare che le sorti di revoca e annullamento d’ufficio – tradizionalmente accomunati nell’alveo dell’autotutela – stanno subendo un’innegabile divaricazione, traghettando la prima sulla sponda dell’amministrazione attiva.

Revocation: profiles of a power of active administration

The paper reflects on revocation, analysing the aspects that characterise its qualification as a power of active administration rather than “withdrawal as self-defence”. From the exegesis of the normative data and jurisprudence, it emerges that – both for the assumptions of adoption of the relative measure, and for the effects it produces – it develops characteristics that have little to do with justiciability and which, on the contrary, bring it closer to pure administratio. This makes it possible to affirm that the fate of revocation and annulment ex officio – traditionally united in the hive of “withdrawal as self-defence” – are undergoing an undeniable divarication, ferrying the former to the shore of active administration.