Fascicolo 3/2020

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INDICE
DOTTRINA

Antonella Sciortino Il ruolo della BCE nel complesso equilibrio tra tecnica e politica699
Silvia TuccilloPotere di riesame, amministrazione semplificata e “paura di amministrare”725
Stefano VillamenaLa revoca del presidente del consiglio comunale: contributo alla individuazione della fattispecie751
Jacopo Vavalli Concetti giuridici indeterminati, discrezionalità dell’amministrazione e sindacato giurisdizionale nell’esclusione dalle gare di appalto per gravi illeciti professionali777
Salvatore RaimondiConsiderazioni sulla disciplina delle specializzazioni forensi alla luce del D.M. 1 ottobre 2020, n. 163807
Nicola GulloNotazioni sul regionalismo differenziato tra aspirazioni autonomistiche e solidarietà economico-sociale817
Valentina PrudenteL’utile attuazione dell’art. 116, co. 3, Cost. alla luce del principio di sussidiarietà837
Patrizia AccordinoLe “asimmetrie fiscali” tra Regioni italiane: stato dell’arte, criticità e prospettive853
Luca Dell’Atti Effetti dell’autonomia differenziata sulla combinazione funzionale dei princìpi di sussidiarietà e leale collaborazione. Verso una riforma del regionalismo a Costituzione invariata?867
Andrea NapolitanoIl ruolo (imprescindibile) delle Camere per una corretta ed equa attuazione del regionalismo differenziato881
Claudia Bianca Ceffa – “Non basta dire intesa”. Ragionando sul principio di leale collaborazione fra Stato e Regioni nella prospettiva del regionalismo differenziato895
Giuseppe Carlo RicciardiNote sulla dimensione amministrativa del regionalismo differenziato 919
Matteo Pressi Autonomia regionale differenziata: un’occasione per ripensare l’area vasta907
Gaetano ArmaoNote minime sulla disciplina della Regione siciliana sul procedimento amministrativo931


Abstract

Il ruolo della BCE nel complesso equilibrio tra tecnica e politica

di Antonella Sciortino

Il saggio affronta il tema del ruolo assunto dalla BCE nello svolgimento della politica monetaria che ha evidenziato non poche criticità sul piano della tensione tra tecnica e politica. Dopo aver ripercorso sinteticamente la nascita dell’Unione monetaria sin dall’idea del rapporto Verner del 1970 di creare una moneta unica e di conseguenza una Unione monetaria poi messa da canto per poi essere ripresa dall’allora Presidente della Commissione J. Delors che nel suo Rapporto (1989) tracciò le fasi in cui si sarebbe dovuta realizzare l’unione monetaria, il lavoro si focalizza sul ruolo assai complesso della BCE. L’indipendenza della BCE (art. 130 TFUE) viene analizzata all’interno del principio dell’indipendenza delle banche centrali nazionali e della compatibilità con il principio democratico che può trovare un primo componimento nella separazione tra autonomia nella individuazione dei fini e autonomia nella scelta dei mezzi con cui perseguirli. In questo senso almeno formalmente la BCE supera il test di compatibilità in quanto l’obiettivo del suo mandato viene individuato dalla fonte primaria sovranazionale nel mantenimento della stabilità dei prezzi escludendo a contrario altri obiettivi quali il sostegno all’occupazione o misure volte al superamento delle asimmetrie economiche tra gli Stati dell’Eurozona. Infine la parte centrale dello scritto si occupa dell’enlargement  of  functions della BCE, quale “custode della costituzione economica europea” che per fronteggiare la crisi finanziaria iniziata nel 2008 ha posto in essere e, in alcuni casi solo annunciato, operazioni non convenzionali (OMT, Q.E. solo per esemplificare) che hanno forzato l’equilibrio tra tecnica e politica e hanno riproposto con forza il problema della legittimazione democratica di un organo indipendente dal potere esecutivo e dal potere legislativo. Da qui un “dialogo fra giurisdizioni”(Tribunale costituzionale tedesco e Corte di giustizia dell’UE) segnato da importanti decisioni che hanno, fra le altre cose, evidenziato quanto sia difficile tracciare con il bisturi la linea di demarcazione tra politica monetaria (rimessa all’UE) e politica economica (rimessa agli Stati membri), ma anche quanto sia complesso affrontare il problema dei confini del sindacato giurisdizionale della CGUE di fronte ad atti caratterizzati da un alto tasso di tecnicismo. I temi che sono venuti in rilievo sono di grande spessore teorico e tutt’ora al centro di un intenso dibattito per cui possono solo essere avanzate delle ipotesi di studio come il possibile utilizzo della categoria della c.d. discrezionalità tecnica per cercare di affrontare il problema relativo al sindacato della CGUE dinanzi a materie squisitamente tecniche o mettere a punto strumenti di trasparenza e accountability della politica monetaria della BCE per cercare di arginare la mancanza di legittimazione democratica fermo restando il principio della sua indipendenza ed autonomia. Infine qualche accenno alle misure adottate durante l’emergenza pandemica.

The role of the ECB in the complex balance between technology and politics

by Antonella Sciortino

The essay deals with the issue of the role assumed by the ECB in carrying out monetary policy which has highlighted many critical issues in terms of the tension between technology and politics. After briefly tracing the birth of the Monetary Union, beginning from the idea of the Verner report of 1970 to create a single currency and, eventually, a Monetary Union which was put aside and then afterwards resumed by the then President of the Commission J. Delors, who in his Report (1989) wrote about the phases in which monetary union should have been achieved, the work focuses on the very complex role of the ECB. The independence of the ECB (Article 130 TFEU) is analyzed within the principle of the independence of national central banks and compatibility with the democratic principle which can find a first composition in the separation between autonomy in identifying purposes and autonomy in choice of the means by which to pursue them. In this sense, at least formally, the ECB passes the compatibility test as the objective of its mandate is identified by the primary supranational source in maintaining price stability while excluding other objectives such as employment support or measures aimed at overcoming asymmetries between the eurozone states. Finally, the central part of the report deals with the “ enlargement of functions “of the ECB, as “ guardian of the European economic constitution “which in order to face the financial crisis that began in 2008 has put in place and, in some cases only announced , unconventional operations (OMT, QE just to exemplify) that have forced the balance between technology and politics and have forcefully re-proposed the problem of the democratic legitimacy of a body independent of the executive and legislative powers. Hence a “ dialogue between jurisdictions “(German Constitutional Tribunal and EU Court of Justice) marked by important decisions that have, among other things, highlighted how difficult it is to draw the dividing line between monetary policy with a scalpel ( remittance to the EU) and economic policy (remittance to the Member States), but also how complex it is to tackle the problem of the boundaries of the judicial review of the CJEU in the face of acts characterized by a high rate of technicality. The issues that have come to the fore are of great theoretical depth and still at the center of an intense debate for which study hypotheses such as the possible use of the category of the so-called technical discretion to try to tackle the problem related to the CJEU’s trade union in purely technical matters or to develop instruments of transparency and accountability of the ECB’s monetary policy to try to stem the lack of democratic legitimacy without prejudice to the principle of its independence and autonomy . Finally, some hints to the measures taken during the pandemic emergency.


Potere di riesame, amministrazione semplificata e “paura di amministrare”

di Silvia Tuccillo

Le recenti riforme della p.a., varate per rispondere alla crisi economica determinata dall’emergenza pandemica, si sono innestate su un tessuto normativo già ricco di criticità. La spinta ormai continua sugli istituti di semplificazione, l’investimento sulla responsabilità come deterrente per le inefficienze dei funzionari pubblici e la crescente sfiducia nell’amministrazione stanno generando esternalità negative che soltanto un ripensamento di alcune linee interpretative ormai consolidate potrà riuscire a contenere. Lo scritto si propone, in particolare, di analizzare le potenzialità del potere di riesame come strumento per bilanciare, insieme ad altri istituti di recente conio, la riduzione di garanzie determinata da un investimento poco cauto sul silenzio assenso come rimedio avverso l’inerzia patologica della p.a.

Administrative review, simplification and “fear of making decision”

by Silvia Tuccillo

Recent administrative reforms, launched in response to the economic crisis determined by the pandemic, have grafted to a regulatory structure that is already full of critical issues. Simplification policies, enhancement of responsibility as a deterrent to public servant’s inefficiencies and growing mistrust in administration are generating negative externalities that need a radical rethink of some well-established interpretative legal lines. This paper aims to analyze the potential of self-defense power as a tool to balance, in combination with some recent legal institutions, the reduction of guarantees caused by a misguided use of silent assent as a remedy against the pathological inertia of public administration.


La revoca del presidente del consiglio comunale: contributo alla individuazione della fattispecie

di Stefano Villamena

 Il Testo unico degli enti locali del 2000 non si interessa direttamente del tema della revoca del Presidente del Consiglio comunale. Il presente contributo cerca pertanto di tracciare le linee fondamentali riguardo non solo all’organo cui dovrebbe essere attribuito il relativo potere, bensì ai presupposti su cui esso si fonda nonché ai limiti al suo esercizio. Nella parte finale del contributo si è poi cercato di ricostruire la natura del potere in esame, fondato sul venir meno del «rapporto di fiducia» con riferimento specifico ad inadempimenti istituzionali. Il potere di revoca è però pur sempre legato a scelte della maggioranza consiliare, da ciò è derivata un’esigenza di tutela in termini di riequilibrio a favore delle minoranze consiliari tramite l’ipotesi dell’abuso d’ufficio.

Revocation of the President of the City Council: evaluation of its features and legal boundaries

by Stefano Villamena

 The Legislative Decree no. 267/2000 about local authorities does not directly mention the President of the Municipal Council’s revocation in particular. This work aims to trace the fundamental requirements for revocation’s power, its limits, and to identify which body of the public administration is legitimate to exercise this power. Besides, this work also evaluates the nature of the revocation power, based on the loss of “institutional trust” concerning omissions or defaults upon administrative duties. The power under analysis is linked to the choices of the council majority from which derives the need for safeguards in favor of the council minorities, rebalancing their power through the hypothesis of abuse of office.


Concetti giuridici indeterminati, discrezionalità dell’amministrazione e sindacato giurisdizionale nell’esclusione dalle gare di appalto per gravi illeciti professionali

di Jacopo Vavalli

 La norma sui gravi illeciti professionali determina l’esclusione degli operatori economici dalle gare di appalto, con potenziali effetti anche per il futuro, utilizzando concetti indeterminati dal punto di vista semantico. Lo stato dell’arte in ambito giurisprudenziale è che la decisione escludente dell’amministrazione ai sensi dell’art. 80, comma 5, del Codice dei contratti pubblici sia la conseguenza dell’esercizio di un potere discrezionale, amministrativo o comunque tecnico, sindacabile solamente in caso di irragionevolezza o illogicità manifeste. Il presente lavoro, nell’analizzare la suddetta norma, mira a svolgere una indagine sistematica volta ad individuare i criteri, il più possibile oggettivi che possano garantirne una applicazione prevedibile. Lo studio perviene alla conclusione che nella relazione dialettica tra decisione amministrativa e sindacato del giudice amministrativo non vi è ragione di limitare tale sindacato ai profili di manifesta illogicità e irragionevolezza della decisione, come sembra orientata a fare la giurisprudenza. Un simile orientamento non solo non è giustificato sulla base del contenuto della norma, ma rischia di non garantire il perseguimento di quegli obiettivi di razionalità coerenza e certezza che sono immanenti al sistema giuridico.

Indefinite legal concepts, discretion of the administration and judicial review in the exclusion from calls for tenders due to serious professional offenses

by Jacopo Vavalli

The rule on grave professional misconducts, present in the art. 80, paragraph 5, of the Public Contracts Code, determines the exclusion of economic operators from tenders, with potential effects also for the future partecipation to the public tenders. The said rule is based on indeterminate concepts. The state of the art in the jurisprudence is that the exclusionary decision of the administration is the consequence of the exercise of a discretion power, administrative or technical, which can be reviewed by the administrative Court only in the event of manifest unreasonableness or illogicality. The study carries out a systematic investigation aimed to identifying the criteria, as objective as possible, that can guarantee a predictable application of the art. 80, paragraph 5, of the Public Contracts Code. The study comes to the conclusion that in the dialectical relationship between the administrative decision and the review of the administrative judge there is no reason to limit such a review to the profiles of manifest unreasonableness of the decision, as admini-806 Jacopo Vavalli strative jurisprudence seems oriented to do. Such an orientation is not justified on the basis of the content of the rule and is not able to guarantee the pursuit of the objectives of rationality, coherence and certainty which are immanent in the legal system.


Considerazioni sulla disciplina delle specializzazioni forensi alla luce del D.M. 1 ottobre 2020, n. 163

di Salvatore Raimondi

L’autore esamina le modifiche introdotte, in materia di specializzazioni forensi con il D.M. n. 163 del 2020 al regolamento approvato cinque anni prima con D.M. n. 144 del 2015, diverse disposizioni del quale erano state oggetto di annullamento con sentenza del TAR Lazio del 2016 in buona parte confermata dal Consiglio di Stato con sentenza n. 5575 del 2017. Il D.M. n. 163 prevede n. 13 settori nei quali si può conseguire specializzazione. Relativamente ai settori del diritto civile, diritto penale e diritto amministrativo si prevedono nel rispettivo ambito, 11, 7 e 8 indirizzi. La specializzazione si può conseguire attraverso la “comprovata esperienza” ovvero attraverso i “percorsi formativi”.

Considerations on the reform of the discipline of the specializations of Lawyers

by Salvatore Raimondi

The author examines the changes introduced, in the field of forensic specializations with the D.M. (Ministerial Decree) n. 163/2020 to the regulation approved five years earlier with D.M. n. 144 of 2015, which was partly annulled by the Lazio Regional Administrative Court in a ruling largely confirmed by the Council of State (C.S. 5575/2017). The D.M. 163/2020 contemplate 13 sectors in which specialization can be achieved. With regard to the sectors of civil law, criminal law and administrative law, 11, 7 and 8 addresses are envisaged. Specialization can be achieved through “proven experience” or through “training paths”.


Notazioni sul regionalismo differenziato tra aspirazioni autonomistiche e solidarietà economico-sociale

di Nicola Gullo

Il regionalismo differenziato delineato dall’art. 116, co. 3, Cost. prevede la possibilità di una profonda revisione del sistema regionale attraverso un procedimento legislativo rinforzato, che richiede la stipula di una previa intesa tra lo Stato e la Regione interessata. Il contributo esamina i diversi problemi interpretativi che riguardano l’applicazione di questa norma costituzionale, alla luce delle iniziative avviate da alcuni Regioni a statuto ordinario. Dall’analisi delle diverse questioni giuridiche, politiche e finanziarie che sono collegate alla realizzazione del modello del regionalismo differenziato, si evince la necessità di superare un approccio settoriale, basato su autonomi e separati accordi con le singole Regioni, per incardinare le proposte regionali nel contesto di una riforma generale dell’ordinamento, in modo da preservare l’unità della Repubblica e salvaguardare la solidarietà territoriale.

Remarks on differentiated regionalism between autonomous aspirations and economic and social solidarity

by Nicola Gullo

 The concept of differentiated regionalism, introduced in art. 116, paragraph 3, of the Constitution, allows for the possibility of a wide review of the regional system through a reinforced legislative process, following the prior stipulation of an agreement between the State and the concerned Region. This article examines the various problems of interpretation relating to the application of this constitutional rule, taking into account the initiatives of some Regions with ordinary statute. Moving from the analysis of different legal, political and financial issues of the differentiated regionalism, the article affirms the necessity of letting go of the sectoral approach, based on autonomous and separate agreements with individual Regions, in favor of adopting a general reform of the legal system which incorporates regional proposals, so as to preserve the unity of the Republic and safeguard territorial solidarity.


L’utile attuazione dell’art. 116, co. 3, Cost. alla luce del principio di sussidiarietà

di Valentina Prudente

L’articolo, prendendo spunto dalla vicenda relativa alla attuazione del regionalismo differenziato previsto dal terzo comma dell’art. 116 della Costituzione, propone una lettura dei nessi esistenti tra differenziazione regionale e sussidiarietà verticale. Tali nessi si apprezzano sia laddove la differenziazione regionale riguardi una particolare e diversa distribuzione di competenze legislative tra enti; sia laddove comporti l’allocazione di funzioni e compiti amministrativi in considerazione delle diverse caratteristiche degli enti riceventi. In questa prospettiva la differenziazione regionale si caratterizza in funzione attuativa della sussidiarietà e si pone in relazione con l’intero quadro costituzionale dei principi fondamentali che connotano il sistema delle autonomie territoriali.

Useful implementation of Art. 116.3 of the Constitution through the principle of subsidiarity.

by Valentina Prudente

The article, getting ideas from the matter relating to the implementation of differentiated regionalism provided by the third paragraph of Art. 116 of the Constitution, proposes a reading of links between regional differentiation and vertical subsidiarity. These links are valued both if regional differentiation concerns a particular and different distribution of legislative powers among entities; and whether if it involves allocation of administrative functions related to different characteristics of receiving entities. In this perspective, regional differentiation is characterized by implementation of subsidiarity and is related to the entire constitutional framework of fundamental principles that typify our system of territorial autonomies.


Le “asimmetrie fiscali” tra Regioni italiane: stato dell’arte, criticità e prospettive

di Patrizia Accordino

L’articolo approfondisce il “regionalismo differenziato” in ambito tributario evidenziando le difficoltà applicative derivanti dalla clausola di invarianza finanziaria contenuta nelle pre-intese già concluse, che preclude nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Il finanziamento di questi spazi di autonomia differenziata dovrebbe infatti, essere sostenuto dalle entrate delle Regioni che li richiederanno. Nondimeno, da una prima analisi dei preaccordi già formulati, sembra che le Regioni proponenti intendano tenere ferme le risorse all’interno del territorio delle stesse e condizionarle a favore di chi in essa risiede, prefigurando, pertanto, il concreto rischio di intaccare i diritti sociali fondamentali, a causa della ricaduta sulla distribuzione delle risorse complessive tra Regioni. Le regole di contribuzione al sostenimento della spesa pubblica vigenti sono, tuttavia, ancora basate sul “binomio” di valori costituzionali riconducibili al generale dovere di solidarietà economica e al principio di capacità contributiva. È, dunque, chiara l’esigenza di preordinare la concreta operatività del regionalismo differenziato – per preservare la neutralità e il mantenimento della coesione sociale – alla attuazione dei predetti principi. È anche essenziale promuovere alcuni spazi di autonomia tributaria che assicurerebbero alle Regioni italiane la concreta possibilità di finanziare le nuove condizioni senza alterare l’equilibrio complessivo.

“Tax asymmetries” among Italian Regions: state of the art, critical issues, and perspectives

by Patrizia Accordino

 The article investigates the “asymmetrical regionalism” in the field of taxation, highlighting the difficulties in its application deriving from the financial invariance clause contained in the pre-agreements already concluded, which precludes new or greater burdens on public finance. Financing these spaces of asymmetrical autonomy should, indeed, be supported by the revenues of the Regions requesting them. Nonetheless, an initial analysis of the pre-agreements already signed shows that the proposing Regions intend to keep resources within their territories conditioning them in favour  of those who live there also envisaging the real risk of affecting fundamental social rights, due to the impact on the distribution of overall resources among all the Regions. However, the rules of contribution to public expenditure in force are still based on the “combination” of constitutional values tracing back to the general duty of economic solidarity and the principle of ability to pay. It is, therefore, clear that the real application of asymmetrical regionalism – to preserve neutrality and maintain social cohesion – should be subordinated to the implementation of the aforementioned principles. Furthermore, promoting certain spaces of tax autonomy, eventually ensuring Italian Regions an effective possibility of financing the new conditions, without affecting the overall equilibrium, is essential.


Effetti dell’autonomia differenziata sulla combinazione funzionale dei princìpi di sussidiarietà e leale collaborazione. Verso una riforma del regionalismo a Costituzione invariata?

di Luca Dell’Atti

 Sussidiarietà e leale collaborazione sono due principi nati nella prassi, poi dotati di fondamento costituzionale, il cui studio rappresenta un ottimale punto di osservazione per descrivere le evoluzioni oscillanti del regionalismo italiano. Il combinato operare dei due principi, infatti, poiché consente la gestione flessibile dei rapporti Stato-Regioni, ne facilita uno svolgersi cooperativo e non conflittuale assicurando il simultaneo rispetto dei principi di unità e autonomia di cui all’art. 5 Cost. Questo contributo analizza il possibile impatto dell’attivazione della clausola di maggiore autonomia (art. 116, c. 3 Cost.) sull’assetto delle relazioni inter-governative delineando due scenari a seconda che l’autonomia differenziata venga infine realizzata a) per le tre Regioni settentrionali già ad uno stadio avanzato del relativo iter (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna), o b) per un ampio numero di Regioni – quasi tutte le Regioni hanno già avviato iniziative in tal senso. Dallo scenario sub a) deriverebbe la recessione dei moduli di cooperazione multi-laterale in ragione della necessità di gestire in via bi-laterale ed informale i rapporti centro-periferia; in quello sub b), le logiche della competizione, ancorché declinate su una dimensione più ampia, potrebbero creare una frattura nel fronte regionale unitario. In entrambi i casi, dunque, l’attivazione della clausola di maggiore autonomia potrebbe rappresentare un ostacolo all’evoluzione in senso collaborativo delle relazioni multi-livello.

The Effects of “Further Autonomy” on the Principles of Subsidiarity and Loyal Cooperation. Again a Non-formal Constitutional Reform of the Regionalism?

by Luca Dell’Atti

The principles of subsidiarity and loyal cooperation were born in praxis and then endowed with a constitutional foundation. Their study is an optimal observation point for describing the evolution of Italian regionalism. In fact the two principles –since they enable the State-Regions relations to be managed in a flexible manner– facilitate a cooperative development by ensuring the simultaneous respect of the principles of unity and autonomy as set out in Article 5 of the Constitution. We analyze the possible impact of the “further autonomy clause” (Art. 116, par. 3 of the Constitution) on the structure of inter-governmental relations (IGR), outlining two scenarios depending on whether the clause is finally implemented a) for the three northern Regions that are already at an advanced stage of the process (Lombardia, Veneto and Emilia Romagna), or b) for a large number of Regions –almost all of which have already started  initiatives in this direction. Scenario a) would result in the recession of multi-lateral cooperation models due to the need to manage IGR bi-laterally and informally; in scenario b), the logic of competition, even declined on a broader scale, could break up the unitary regional front. In both cases, therefore, the activation of the clause could hinder the co-operative evolution of multi-level relations.


Il ruolo (imprescindibile) delle Camere per una corretta ed equa attuazione del regionalismo differenziato

di Andrea Napolitano

 Il percorso del regionalismo differenziato che si è sviluppato negli ultimi mesi in Italia ha avuto, come è noto, quali protagonisti istituzionali le singole Regioni da un lato e, dall’altro, il Governo, circostanza che ha, di fatto, relegato il Parlamento ad un ruolo secondario. Proprio il ruolo che si intende attribuire a quest’ultimo ha rappresentato uno degli aspetti maggiormente discussi in dottrina. Il presente lavoro, muovendo dalla marginalizzazione delle Camere riscontrata nel percorso di differenziazione iniziato da Veneto, Lombardia ed Emilia, intende indagare la necessità di attribuire al Parlamento un ruolo centrale nel procedimento di approvazione della c.d. legge ad autonomia negoziata al fine di garantire la salvaguardia dell’unità nazionale ed effettuare una approfondita analisi dei possibili impatti sui livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere assicurati su tutto il territorio nazionale. Allo stesso modo si cercherà di evidenziare l’opportunità di una legge “attuativa” della disposizione costituzionale, con la quale fissare, in maniera puntuale, principi e criteri da far rispettare alle Regioni che intendono iniziare il percorso per la differenziazione ma anche, e soprattutto, disciplinare un’ipotetica fase di monitoraggio e, in casi eccezionali, di riallocazione, a livello statale, di funzioni e risorse devolute in precedenza.

The (essential) role of the Parliament for a correct and equitable implementation of differentiated regionalism

by Andrea Napolitano

The path of differentiated regionalism that has developed in the recent months in Italy has had, as is well known, as institutional bodies, the individual Regions on the one hand and the Government on the other, a circumstance that has, in fact, relegated the Parliament to a secondary role. Indeed, the role that is intended to be attributed to the latter has represented one of the most discussed aspects in the doctrine. This work, starting from the marginalization of the Chambers, found in the differentiation process initiated by Veneto, Lombardy and Emilia, intends to investigate the need to give the Parliament a central role in the approval process of the so-called negotiated autonomy law in order to ensure the safeguarding of national unity and carry out an in-depth analysis of the possible impacts on the essential levels of services, concerning civil and social rights that must be ensured throughout the national territory. In the same way, this paper will try to highlight the opportunity of an “implementing” law of the constitutional provision, pursuant to which to set, in a timely manner, principles and criteria to be enforced by the Regions that intend to start the process of differentiation but also, and above all, regulate a hypothetical phase of monitoring and, in exceptional cases, of reallocation, at the state level, of functions and resources previously devolved.


Non basta dire intesa”. Ragionando sul principio di leale collaborazione fra Stato e Regioni nella prospettiva del regionalismo differenziato

di Claudia Bianca Ceffa

 L’articolo si propone di evidenziare un profilo, ancora poco esplorato, di inadeguatezza del richiamo dell’art. 8, comma 3, Cost. in relazione alla procedimentalizzazione  dell’approvazione legislativa dell’intesa fra Stato e Regioni, necessaria ai fini dell’attuazione del regionalismo differenziato. Tale disposizione porta, infatti, con sé il bagaglio della relativa giurisprudenza costituzionale che ha constatato la natura politica, quindi insindacabile, della decisione del Governo di avviare il confronto ai fini del raggiungimento di un’intesa con le confessioni acattoliche. Quest’ultima, invece, nell’ambito del regionalismo differenziato, dovrebbe inserirsi nel diverso assetto che ispira il Titolo V Cost., all’interno del quale i rapporti tra Stato e Regioni sono connotati dal principio di leale collaborazione.

“Agreement it’s not enough”. Reasoning about the principle of loyal collaboration between the State and the Regions in the perspective of differentiated regionalism

by Claudia Bianca Ceffa

 Abstract (eng): The article aims to highlight a profile, still unexplored, of the inadequacy of the reference to art. 8, paragraph 3, of the Constitution in relation to the proceduralization of the legislative approval of the agreement between the State and the Regions, necessary for the implementation of differentiated regionalism. This provision, in fact, brings with it the baggage of the related constitutional jurisprudence, which has established the political nature, therefore unquestionable, of the Government’s decision to start discussions in order to reach an agreement with non-Catholic confessions. The latter, on the other hand, in the context of differentiated regionalism should fit into the different structure that inspires Title V of the Constitution, within which the relations between the State and the Regions are characterized by the principle of loyal collaboration.


Note sulla dimensione amministrativa del regionalismo differenziato

di Giuseppe Carlo Ricciardi

 L’articolo prende in considerazione la dimensione amministrativo-funzionale sottesa al regionalismo differenziato. La riflessione sulle funzioni conduce a conseguenze rilevanti sia rispetto alle istituzioni del governo locale, sia in ordine al trasferimento delle risorse umane e finanziarie correlate all’esercizio delle funzioni. Sul tema occorre un ripensamento alla luce dell’argomento decisivo legato alla co-essenzialità tra i concetti di autonomia e differenziazione, avente riflessi anche sull’organizzazione delle amministrazioni accolta nella nostra Costituzione.

Remarks on the administrative dimension of differentiated regionalism

by Giuseppe Carlo Ricciardi

 The article takes into account the administrative and functional dimension of the differentiated regionalism. The functional-centred vision leads to relevant implications with respect to the local government institutions and the deployment of human and financial resources related to the exercise of the administrative tasks. On this topic it is necessary a rethinking in the light of the decisive argument linked to the co-essentiality between the concepts of autonomy and differentiation, having repercussions also on the organization of administrations accepted in our Constitution.


Autonomia regionale differenziata: un’occasione per ripensare l’area vasta

di Matteo Pressi

Lo scritto analizza il tipo di relazione esistente fra la procedura di attribuzione alle Regioni di “forme ulteriori di autonomia” ai sensi dell’art. 116 c. 3 Cost. e l’attuale struttura istituzionale di Enti di area vasta. In particolare, l’articolo mostra, analizzando gli aspetti particolarmente critici, che Province e Città metropolinane, come riformate dalla “riforma Delrio” non possono sostenere gli effetti che il regionalismo differenziato è destinato a produrre sugli Enti di area vasta.

Differentiated regional autonomy: an opportunity to rethink the vast-area

by Matteo Pressi

This paper aims to highlight the relationship existing between the procedure of attribution to the Regions of «further forms and particular conditions of autonomy», pursuant to art. 116, paragraph 3, of the Constitution, and the current institutional structure of vast-area entities. In particular, the article intends to underline how, to date, the structure of the Provinces and Metropolitan Cities, as defined by the “Delrio reform”, is unsuitable for sustaining the repercussions that differentiated regionalism is destined to produce on vast-area entities, outlining the particularly critical issues.


Note minime sulla disciplina della Regione siciliana sul procedimento amministrativo

di Gaetano Armao

 L’Autore descrive la recente riforma della disciplina regionale siciliana sul procedimento amministrativo muovendo da una ricostruzione degli spazi di autonomia normativa della Regione alla luce della giurisprudenza costituzionale, dandone una valutazione largamente positiva.

Some remarks on norms enacted by the Sicilian Region on administrative procedure

by Gaetano Armao

The Author describes the reform of regional law on administrative procedure enacted in Sicily approaching the topic from the perspective of the “spaces” of normative  authonomy  given to the Region. To this extent it is taken into account the Constitutional Court case law. The Author givese a positive evaluation  of the reform.