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Sommario: 1. Breve premessa: la “travagliata vicenda” degli Enti locali nell’ordinamento costituzionale italiano. – 2. Coinvolgimento procedurale e responsabilità funzionale degli Enti locali nel d.d.l. c.d. “Calderoli”: quattro criticità. – 3. Considerazioni conclusive.

1. Breve premessa: la “travagliata vicenda” degli Enti locali in Italia

Non può negarsi – a parere di chi scrive – che gli Enti locali (di seguito “EE. LL.”) siano stati oggetto di alterne vicende e fortune istituzionali, occorse lungo lo sviluppo normativo del sistema di governo multilivello repubblicano.  Per limitare il campo di indagine agli ultimi trent’anni, basti rammentare – in primis – la successione fra la legge 15 marzo 1997, n. 59 (c.d. “Bassanini”), il decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (c.d. “TUEL”) e la legge di revisione costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 (c.d. “riforma del Titolo V, Parte II, della Costituzione”); successione originata dall’impulso centrifugo delle disposizioni in materia di autonomia e decentramento delle funzioni amministrative, raccolto e convogliato poi nel Testo Unico – in particolare, nella distribuzione delle funzioni a livello comunale, provinciale e metropolitano – e rivisitato infine nella Costituzione, alla luce del nuovo assetto delineato soprattutto negli artt. 114 e 1181