Abstract
L’articolo esamina i possibili danni derivanti da un’attività legislativa lesiva dei diritti fondamentali costituzionalmente protetti ed esplora la possibilità di configurare una responsabilità civile in capo al legislatore italiano per dette violazioni, anche in assenza di un’espressa declaratoria di incostituzionalità da parte della Consulta. A tal fine lo studio si soffermerà su una recente pronuncia delle Sezioni Unite della Cassazione (ord. 18 ottobre 2021, n. 36373, depositata il 24 novembre 2021) che, nell’ambito di un giudizio per regolamento di giurisdizione, ha statuito come non possa escludersi il diritto di azione per ottenere il risarcimento dei danni asseritamente originati dall’illegittimo esercizio, in quanto discriminatorio, della potestà legislativa derivante dalla predisposizione, presentazione o mancata modifica di un atto legislativo incidente su affermati diritti fondamentali, costituzionalmente protetti.
Towards a gradual “accountability” of the legislative power?
This article examines the possible damages deriving from a legislative activity detrimental to constitutionally protected fundamental rights and explores the possibility of a civil liability of the Italian legislator for such violations even when there is no any declaration of unconstitutionality by the Constitutional Court. To this end the study will focus on a recent ruling of the Italian Supreme Court of cassation (ord. n. 36373, 18 October 2021, filed on 24 November 2021) that, in the context of a judgement for the settlement of jurisdiction, ruled that the right to action cannot be excluded in order to obtain a compensation for all the damages arising from the discriminatory use of the legislative power which is in particular due to the failure to modify a legislative act that impacts upon fundamental rights protected by the Constitution.